Sostegno alle persone trans e intersessuali
Pieno sostegno al disegno di legge 405/2013 (nome in materia di attribuzione di sesso) che aggiorna la legge 164 del 1982 recentemente ritenuta incostituzionale in alcune parti (scioglimento del matrimonio, obbligatorietà della riattribuzione chirurgica).
Per un pieno diritto all’autodeterminazione dell’identità di genere di ciascun cittadino e cittadina si sostiene: il percorso amministrativo (invece che giurisprudenziale) alla riattribuzione anagrafica per le persone maggiorenni; il divieto di trattamenti chirurgici estetici su bambin* nat* con genitali atipici (intersessuali); gratuità di trattamenti e procedure per l’adeguamento del genere; sensibilizzazione del personale sanitario sull’universo dell’identità di genere.
Tutelare il diritto al lavoro delle persone LGBTI, combattendo le discriminazioni sui luoghi di lavoro, col coinvolgimento di sindacati e associazioni di categoria e favorendo le iniziative di formazione professionale per le persone a rischio di esclusione sociale, come ad esempio le persone trans.
Tutela delle persone LGBTI in ambito accademico
L’Università di Firenze è stata la prima ad adottare un doppio libretto universitario per le persone che intraprendono un percorso di transizione. Anche altre realtà universitarie (Pisa, Siena) stanno cominciando questo percorso virtuoso che vogliamo si estenda a tutti gli Atenei toscani.
Educazione alle differenze nelle scuole di ogni ordine e grado, grazie anche alla diffusione di testi adeguati allo scopo. Una corretta sensibilizzazione nelle scuole è necessaria alla formazione dei cittadini e delle cittadine del futuro tramite progetti rivolti all’ambito scolastico e la creazione di sezioni specifiche nelle biblioteche dove approfondire le tematiche LGBTI.
Sostegno e rifinanziamento della strategia LGBTI che ha permesso al nostro Paese di aderire al programma del Consiglio d’Europa contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.
Riteniamo fondamentale un rifinanziamento dei programmi dedicati alle forze dell’ordine, ai media e al personale penitenziario, anche grazie al supporto di RE.A.DY. (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere).
Piena attuazione della legge regionale n.63/2004 contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.
Legge contro l’omobitransfobia
Le discriminazioni dirette e indirette che le persone LGBTI sono costrette a subire sono molteplici: ostracismo, violenza verbale, fisica e psicologica. Ribadiamo con forza la necessità di una legge contro l’omotransbifobia, che persegua, secondo giustizia, chi attua crimini di odio, che hanno gravi ripercussioni su tutto il tessuto sociale e giuridico italiano.
Dopo quasi tre anni dall’approvazione alla Camera del disegno di legge Scalfarotto/Leone, che introduce un’aggravante di pena per i reati contro omofobia e transfobia, la mancata calendarizzazione in Senato ne impedisce la trasformazione in legge.
L’Italia è, ancora oggi, tra i pochi paesi nella Comunità Europea a essere priva di una norma penale contro l’omotransbifobia.
Nuove campagne di sensibilizzazione contro le discriminazioni omobitransfobiche
Una rete di informazione il più ampia possibile è necessaria non solo in ambito scolastico e sanitario, ma a tutti i livelli di organizzazione del sistema lavorativo ed educativo.
Matrimonio egualitario, riconoscimento della genitorialità da parte di entrambi i partner alla di nascita dei figli/e, adozioni accessibili a tutte le coppie e ai singoli/e secondo criteri omogenei, accesso per tutti e tutte alla procreazione medicalmente assistita.
L’Italia rimane uno degli ultimi paesi in Europa a NON garantire ancora pari uguaglianza e dignità alle coppie omosessuali, in tema di status della famiglia e genitorialità. L’Italia deve riconoscere pari diritti a tutti i cittadini nell’autodeterminare la propria dimensione familiare ed affettiva.
Sostegno ai servizi necessari a garantire un pieno benessere delle persone LGBTI e delle loro famiglie. Si ritiene fondamentale potenziare sull’intero territorio regionale sportelli d’ascolto, centri antidiscriminazione, spazi di dibattito e discussione, per raggiungere un’utenza ancora più ampia e rispondere a emergenze nuove come l’invecchiamento delle persone LGBTI e l’accoglienza dei migranti LGBTI.
Miglioramento dell’accessibilità ai servizi ai cittadini e alle cittadine nelle Asl attraverso corsi di formazione specifici per i lavoratori e le lavoratrici nell’ambito sociosanitario per garantire il benessere e la salute psicofisica delle persone LGBTI.
Promozione della cultura della prevenzione dall’infezione da HIV e dalle altre Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST). La graduale diminuzione di campagne di comunicazione ed educazione sta portando ad un significativo aumento delle infezioni da HIV e da altre IST, con costi elevati per la comunità. Consideriamo necessaria una strategia nazionale che metta al centro la prevenzione ed una corretta informazione che possa consentire ai singoli/e e alle coppie di poter vivere la sessualità in modo consapevole e responsabile.